Quando associarsi fa la differenza: la parola a Federico Anzellotti.

La gestione di un’attività di pasticceria richiede sempre più impegno e risorse. In particolare per le realtà più piccole, oggi non è semplice sostenere allo stesso tempo il lavoro di laboratorio, l’aggiornamento professionale, gli investimenti negli strumenti utili alla produzione, le attività di comunicazione. Il tutto con l’attenzione rivolta obbligatoriamente alle vendite di giornata.

Conpait - Confederazione Pasticceri Italiani - l’Associazione di Categoria di riferimento per il mondo della pasticceria professionale, si propone da sempre come risposta alle difficoltà incontrate da piccoli e grandi pasticceri. L’obiettivo è lo stesso fin dalla sua nascita: abbattere le diffidenze e promuovere l’associazionismo per costruire un settore più forte e coeso, che benefici di condizioni maggiormente favorevoli per il proprio lavoro.

Quali sono le opportunità per tutti i professionisti? Ne parliamo direttamente con Federico Anzellotti, Presidente della Confederazione Pasticceri Italiani.

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Ciao Federico, benvenuto nel blog LeBuoneNuove!

Per cominciare, analizziamo insieme lo stato dell’arte: come sta la pasticceria italiana oggi? Quali risultati sono stati raggiunti secondo te negli ultimi anni? Dove possiamo e dobbiamo migliorare?

«La pasticceria Italiana ha trovato finalmente la consapevolezza del successo nel promuovere il gusto italiano. Non si limita più a promuovere culture di altre nazioni ma, pur cavalcando la moda del momento, propone sempre il gusto made in Italy, vero successo in tutto il mondo. Nonostante questi risultati comunque l’Italia deve ancora lavorare in comunicazione e immagine, deve lavorare in sinergia con altri settori, deve rafforzare l’immagine del brand Made in Italy attraverso da 3 fattori: materia prima, attrezzatura, professionalità.»

Parliamo di  un tema molto sentito dalla categoria: le normative alimentari. Come ben sai è un mondo in continua evoluzione, per il quale sono necessari tempo e competenze di cui tanti artigiani non dispongono. Che tipo di supporto offre Conpait in materia ai propri associati?

«Conpait ha stipulato una convenzione con l’azienda Trali per un programma creato proprio per il settore pasticceria sulla tracciabilità e rintracciabilità degli alimenti. Questo programma aiuta e semplifica moltissimo l’applicazione della normativa vigente. Inoltre stiamo lavorando a livello politico affinché la normativa per i piccoli artigiani sia differente e semplificata.»

Supporto legale a parte, la formazione è un aspetto fondamentale per nuovi e vecchi professionisti. Sappiamo che Conpait sta spendendo molte energie al riguardo. Quali sono le ultime iniziative promosse? Sono attività che contribuiscono davvero alla crescita del settore?

«Conpait ha avviato 3 percorsi formativi molto importanti:

    • corso base per iniziare la professione, 80 ore per acquisire le prime basi della pasticceria, il bilanciamento delle ricette, lo studio delle materia prime. Questo corso assolve anche al manuale per la manipolazione degli alimenti e concede un diritto di un contributo a fondo perduto di € 12.000 per l’apertura di una nuova attività;
    • corsi di specializzazione monotematici, per continuare il proprio percorso formativo a seconda delle proprie attitudini;
    • corsi avanzati e corsi per iniziare il percorso di maestria, che prevedono uno studio tecnico della materia prima, delle nuove tecnologie e della comunicazione.»

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    Altro tema di comune interesse è il microcredito. Cosa può fare Conpait per tutte le attività associate che chiedono una mano per partire o per rinnovarsi?

    «Stiamo trattando con il governo affinché venga messa a disposizione delle imprese la garanzia della cassa depositi e prestiti, e che la stessa sia avallata da banche convenzionate. Questo permetterebbe una minor garanzia del privato e giustificherebbe il tasso basso che la BCE applica alle banche della Comunità Europea. Inoltre chiediamo che i crediti delle aziende (sia neonate che storiche) nei confronti dello Stato vengano anticipati da banche convenzionate o dalla stessa cassa depositi e prestiti, negli stessi tempi imposti alle aziende per il pagamento. Vi propongo questo esempio: non è logico che un\'azienda, se deve pagare l’iva, deve farlo entro un tempo stabilito (un mese o 3 mesi a seconda del regime fiscale), mentre se deve riceverla indietro lo Stato paga dopo 2 anni. Lo stesso vale per per i rimborsi INPS e molto altro ancora.»

    In apertura abbiamo parlato anche dei buoni propositi della nostra pasticceria. Non possiamo non citare la difesa del Made in Italy, divenuto a tutti gli effetti un brand troppo spesso esibito senza merito. È possibile tutelare maggiormente il nostro lavoro? Cosa propone Conpait concretamente?

    «La tutela va fatta in modo sinergico. I 3 fattori fondamentali (materia prima, tecnologia e maestria) non devono essere esportati singolarmente. Su questi 3 componenti bisogna costruire un\'immagine e una comunicazione forte, tutelata a 360 gradi dalle istituzioni. Conpait si sta muovendo in questa direzione: è proprio questo uno dei punti di una proposta di legge presentata dalla confederazione stessa.»

    Chiudiamo con qualche buon auspicio: 3 risultati di settore che speri possano essere raggiunti entro la fine dell’anno.   

    «Senza dubbio l’accesso al credito garantito, ma anche un percorso formativo riconosciuto e la tutela del brand Made in Italy nel mondo.»

    Giuso e Conpait insieme per Expo 2015: tutte le informazioni riguardo la collaborazione.

    Sei interessato alle iniziative promosse da Conpait? Scopri di più visitando il sito www.conpait.com

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